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FRANCO CORTESE, RECENSIONE SULLA RIVISTA "TALENTO" ANNO 2018 DEL LIBRO DI RACCONTI DI
GUIDO PAGLIARINO
"IL VERO E IL VEROSIMILE" RACCONTI
TEKTIME EDITORE
Cultura e Spettacolo
Guido Pagliarino – II vero e il verosimile – S.L., TekTime editore, 2017, 126 p.
(219)
17 Ottobre 2021
Si presenta bene questo libro, con in copertina “Verità e menzogna”, una bella
scultura (1857) di tipo “berniniano” di Alfred Stevens, che efficacemente
racchiude il senso dei suoi 7 racconti. Ognuno di noi può trovare in essi, come
nelle favole di Esopo, un insegnamento, una morale, comunque relativi alla vita
di tutti i giorni.
Ambientate negli ultimi decenni del Novecento, le vicende narrate sono uno
squarcio di “vero e verosimile” – come appunto recita il titolo – nella vita
quotidiana, che affrontiamo, fuori e dentro noi stessi, con azioni e
condizionamenti originati dalla stessa natura umana e dalle emozioni e
sensazioni e contemporaneamente dagli avvenimenti di una realtà che spesso fa
comunella con il sogno e la fantasia.
Nel primo racconto pregiudizi, cattiverie ed invidie per una presunta eredità
non modificano il cristiano atteggiamento di perdono del protagonista, perdono
che paga con la serenità e la pace. Anche i capricci, la prepotenza e
l’insolenza, in vita, di uno zio, vengono riscattati in punto di morte con una
ritrovata fede ed un sincero pentimento. Nel secondo racconto “la calunnia è un
venticello” e “quel che sembra non è mai del tutto vero“; sembrerebbe infatti
che i furbi la facciano sempre franca: Liliana, uno dei personaggi principali,
ricerca il paradiso in terra a discapito di quello dell’anima. Ne varrà la pena?
L’ossessione, l’incubo e le preoccupazioni, nel terzo racconto, offendono e
sconvolgono all’unisono nei sogni e nella realtà la vita del pensionato Antonio
Aniceto a causa delle conseguenze di una macchia di umidità su un muro di casa
sua. Fortuna che tutto finisce bene.
Sembrerebbe che ogni tanto la giustizia divina intervenga, ancora prima che nei
cieli, sulla terra tra gli uomini, nel quarto racconto. Ma è meglio andarci
piano, in certe cose…
Le coincidenze, i “segni del destino” molto spesso trascurati, sono presenti e
importanti nella quinta narrazione e nella successiva, a dimostrazione che
queste apparenti casualità sono importanti e che spesso possono modificare
profondamente la vita di ognuno.
Il brevissimo ultimo racconto, con concetti efficacemente espressi, è centrato
sulle sofferenze dovute al rimorso, stato d’animo che quando si insinua
fortemente non fa più distinguere il sogno dalla realtà, portando spesso verso
l’alienazione mentale, forse per uno scopo ignoto agli umani.
Epicuro scrisse “La morte non esiste, perché se viviamo essa non c’è e lei c’è
quando noi non ci siamo“. Pure, questo autore, con i suoi racconti, ci apre gli
occhi, spiegandoci che essa, la morte, è sempre presente in tutta la nostra
vita, e quando non lo è direttamente lo è fisicamente mandandoci i suoi
messaggeri, che noi chiamiamo sofferenze fisiche e spirituali e alienazione.
Guido Pagliarino ha pubblicato saggi, romanzi e raccolte di poesie, ricevendo
importanti premi in concorsi letterari. Nel 1997 ha ottenuto il Premio della
cultura della Presidenza del Consiglio per i suoi libri editi dal 1979 a 1996.
Franco Cortese Notizie in un click