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Guido Pagliarino  L'Ira dei Vilipesi  Romanzo Storico

Edizione cartacea Genesi Editrice (© 11 marzo 2017 - 11 marzo 2022): Dal 12 marzo 2022 i diritti sul libro cartaceo edito da Genesi Editrice tornano interamente all'autore Guido Pagliarino  - Edizione e-book a cura dell'autore (© Guido Pagliarino).

Romanzo FINALISTA premiato al "Premio I Murazzi 2016 - Sezione Narrativa Inedita"

 Romanzo  FINALISTA premiato, inedito, sotto il titolo provvisorio "La Collera degli Umiliati", al "Concorso Mario Pannunzio 2015 sezione B Narrativa

   Vedi la traduzione in spagnolo edita da Tektime (Vea la traducción al español editada por Tektime)

Vedi la traduzione in inglese edita da Tektime (See the English translation edited by Tektime )

Vedi alcune tra le librerie che vendono questo libro

  Leggi la presentazione dell'opera

Leggi la postfazione dell'autore alla seconda e alla terza edizione cartacee 

   Vedi la pagina dedicata all'autore sul sito della Genesi Editrice     

Leggi su Talento, numero unico anno 2019, la recensione di Elettra Bianchi

Leggi sulla rivista VERNICE n° 56 anno XXV la recensione di Francesca Luzzio e la nota di Franco Zoja

Leggi la presentazione di questo romanzo, senza firma ma scritta dal direttore, sulla rivista "Future Shock", marzo 2018

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E-book Tektime Editore ( © Guido Pagliarino  )

ISBN 9788873047018

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SECONDA EDIZIONE Copyright © 2022 Guido Pagliarino distribuzione Tektime Editore ISBN 9788835437581

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TERZA EDIZIONE, conforme alla seconda, Copyright © 2022 Guido Pagliarino distribuzione Amazon ISBN 9798803138433

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PRIMA EDIZIONE (FUORI CATALOGO):

- Libro cartaceo Genesi Editrice  ISBN 9788874146314 ( © 2017 Genesi Editrice fin all'11 marzo 2022: dal 12 marzo 2022 tutti i diritti su questa pubblicazione sono tornati all'autore )

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

PRESENTAZIONE                             TOP

Affresco storico sociale con aspetti polizieschi ambientato a Napoli prevalentemente nel 1943, durante quelle Quattro Giornate in cui la città si liberò da sola dell’occupante nazista. Accanto ai personaggi in carne e ossa è astratto attore, anzi è protagonista il furore, sia l’ira collettiva che erompe sul campo di battaglia e ha per corollario, da parte vincitrice, stupri e altre orrende nefandezze, sia, parallelamente, la collera che s’esprime nella ribellione a privati soprusi impuniti dall’autorità e ormai insopportabili. Se un popolo oppresso può di pieno diritto ribellarsi e insorgere e se, come ammetteva addirittura san Tommaso d’Aquino, è consentito l’omicidio del tiranno quando non ci sia altra via per ritrovare la libertà che Dio stesso ha concesso all’essere umano, è lecito o no uccidere un malavitoso che la giustizia non riesce a raggiungere e colpire, il quale continua ad angariare, sfruttare e ammazzare il prossimo entro il proprio quartiere? Chi, non avendo altra difesa possibile, ricorra alla difesa estrema è colpevole? E, se sì, fin a che punto? Questo è il dilemma privato che corre lungo il romanzo attraversando la vicenda pubblica della ribellione di Napoli ai tedeschi. La scena si apre sulla morte violenta di Rosa, ricca prostituta e borsanerista già confidente della polizia politica fascista. Gennaro, suo presunto assassino, è fermato e interrogato inutilmente da un ancor inesperto vice commissario, Vittorio D’Aiazzo. Pochissimo dopo, siamo al 26 settembre 1943, s'accende l’insurrezione che passerà alla storia come Le Quattro Giornate di Napoli. Vi aderiscono lo stesso vice commissario e, stranamente liberato dal questore in persona, il presunto assassino di Rosa. Partecipa alla lotta anche la giovane Mariapia che, dopo aver subito uno stupro plurimo da parte tedesca, brama vendetta. Gennaro risulta essere, a un certo punto dell’opera, suo parente. Nel corso degli scontri avviene un altro omicidio che, almeno all’apparenza, come già la morte della prostituta, non è attinente alla rivolta: la vittima è un tabaccaio, cugino di Mariapia, che qualcuno ha sgozzato mentre stava defecando, tagliandogli poi i testicoli. I due decessi sembrano a un certo punto collegarsi, ché i defunti non solo erano entrambi legati alla camorra, ma pure ai servizi segreti militari americani O.S.S. Entrano in scena tra un combattimento e l’altro diversi personaggi, come i genitori della giovane Mariapia, il fratello paracadutista di lei, già dato per disperso a El Alamein ma che riappare vivo e attivissimo, il volenteroso anatomopatologo Palombella, il pingue e flemmatico maresciallo Branduardi, il valoroso vice questore Bollati e, personaggio secondario ma basilare, l’anziano riparatore di bici Gennarino Appalle che scopre il cadavere del tabaccaio e, al termine d’uno scontro fra insorti e SS tedesche sulla via innanzi alla sua bottega, esce in istrada e, ansante, ne avverte il vice commissario D’Aiazzo, che allo scontro ha partecipato assieme al suo aiutante, l’impetuoso brigadiere Bordin. Il tabaccaio era stato una laida persona, a suo tempo picchiatore della camorra, e dopo un incidente che aveva minato la sua capacità di menare botte, era rimasto a disposizione del proprio capo cosca custodendo in cantina merce trafficata a borsa nera e, dopo contatti della camorra coi servizi O.S.S., armi americane destinate agl’insorti. Relativamente alla morte della prostituta, la soluzione giunge già verso la metà dell’opera. Quanto all’identità dell’assassino del tabaccaio, le indagini di Vittorio continuano, tra le vicende dei diversi altri personaggi, assai a lungo: talmente che l'autore del crimine si svelerà con certezza solo nel 1952, proprio al termine dell'ultimo capitolo.                                                                                                                

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

POSTFAZIONE DELL'AUTORE ALLA SECONDA E ALLA TERZA EDIZIONE CARTACEE     TOP  

 

Quest’opera, finalista per l’inedito al Premio ‘I Murazzi 2016’ e pubblicata in prima edizione nel 2017 dalla Genesi Editrice, apre, secondo l’ordine cronologico delle vicende, la serie di romanzi e racconti sulla figura di Vittorio D’Aiazzo, vice commissario e poi commissario, commissario capo e infine vice questore. Sono romanzi e racconti le cui trame si sviluppano nel corso dei decenni, dal 1943 fin all’anno 2000. Dal secondo lavoro in poi agisce, a fianco del protagonista, il suo aiutante e amico Ranieri Velli. ‘L’ira dei vilipesi’ non è la mia prima opera sul D’Aiazzo, l’avevo infatti stesa nel biennio 2014-15 quando già avevo scritto diversi altri lavori su di lui e sul suo coprotagonista, disordinatamente, a mano a mano che mi veniva alla mente una trama. Avevo messo anzitutto sulla carta, negli anni 1992-93, ancora con la macchina per scrivere, l’iniziale lavoro, il romanzo breve “Il metro dell’amore tossico” – metro nel senso di misura del verso poetico – la cui trama si svolge tra il 1969 e il 1970; l’avevo pubblicato in prima edizione presso Boopen Editore, sotto il titolo ‘Il poeta e il committente’, in una stesura che avevo poi rivista, variata e integrata. Gli avevano fatto seguito i racconti lunghi ‘Il mostro a tre braccia’, le cui vicende si sviluppavano assai prima, nell’anno 1959, e ‘I satanassi di Torino’, ambientato nel 1961, racconti composti rispettivamente nel 1994 e nel 1995, e la narrazione di poche pagine ‘Il fu D’Aiazzo’ del 1996, cui era seguito nel 1998 il romanzo breve ‘Vittorio il barbuto’. Poi per anni avevo accantonato questi personaggi per dedicarmi a narrazioni con altri protagonisti e a opere di saggistica, fin al quadriennio 2006-2009 durante il quale avevo richiamati in servizio il D’Aiazzo e il Velli nel romanzo ‘Il terrore privato, il terrore politico’ che si dipana nell’anno 2000 con un Vittorio ormai ottantenne ucciso, a fine storia, dal serial killer ch’egli, in veste di gratuito consulente della Questura, aveva appena scoperto e fatto arrestare. Dopo questo lavoro, che chiude la serie delle vicende, avevo voluto comporre anche un’opera che, all’altro estremo, l’aprisse, ed ecco, con un balzo indietro fin all’anno 1943 durante le Quattro Giornate di Napoli, il romanzo ‘L’ira dei vilipesi’, riedito ora in questo volume e nel parallelo e-book. Da allora sono seguiti uno dietro l’altro tre romanzi ancora: ‘La tragedia dei Trastulli’, scritto nel 2020, la cui vicenda riporta il lettore agli anni tra il 1963 e il 1967, ‘Il cane’, steso nel 2021, la cui trama si svolge nell’anno 1973, e “12 febbraio”, ultimo in ordine di scrittura, fra 2021 e 2022, opera che presenta, nelle ultime righe, un vice questore che nel 1983, in età di pensione dopo quarant’anni di servizio, a malincuore deve lasciare la Polizia e si propone come gratuito consulente dei suoi ex dipendenti; l’opera precede quella conclusiva della serie, ‘Il terrore privato, il terrore politico’.
Nella pagina seguente ho riportato quei titoli elencandoli secondo l’ordine temporale delle trame.
Il lettore ha appena letto la vicenda iniziale, ‘L’ira dei vilipesi’, e non ne parlo; proseguo con brevissimi cenni alle trame degli altri lavori, tutte fra loro richiamantisi. Dalla Sezione Omicidi e Reati contro la Persona di Napoli il D’Aiazzo, promosso commissario, viene trasferito per un breve periodo alla Sezione Buon Costume di Roma, per ottenere quindi un ben più gradito passaggio alla Squadra Mobile di Genova, dove incontra e si avvale dell’aiuto del dipendente Ranieri Velli. Si fa poi un posto libero alla Sezioni Omicidi e reati contro la Persona della Questura di Torino e Vittorio ne ottiene il trasferimento, portando con sé Ranieri, suo valido aiutante e amico che, fra l’altro, gli ha salvato la vita a Genova tempo prima. Nella Torino dell’inizio del boom economico, nel corso degli anni fra il 1959 e il 1961, capitano, in ambienti commerciali e industriali, omicidi vili ed efferati, fra l’altro uno strano commerciante viene ucciso a botte per motivi ignoti, una banda di farabutti dediti a culti turpi compie nefandezze e viene reso cadavere un egocentrico industrialotto persecutore del figlio, e i due funzionari della Omicidi devono trovarne i colpevoli. In tutti questi lavori m’interessano sì le trame poliziesche, ma non secondariamente i caratteri e gli ambienti, in particolare certi àmbiti delle città di Napoli, Torino, New York. Avevo scritto nella prefazione de ‘Il mostro a tre braccia’ e ‘I satanassi di Torino’, pubblicati a suo tempo in unico volume:

Sempre, in questi lavori ho prestato in primo luogo attenzione alle psicologie e agli ambienti, questi tutti del passato più o meno recente con qualche nostalgia per quella Torino della mia adolescenza e giovinezza che più non esiste. Ne erano e sono destinatari i lettori di narrativa in generale che, pur non disdegnando opere che trattino di delitti, non abbiano gusti alla paprika; non ci si aspetti dunque racconti alla Raymond Chandler o James Ellroy o, restando in Europa, alla Manuel Vazquez Montalban; ma neppure, d'altro canto, si attendano indagini arzigogolate, ben poco verosimili, come quelle ideate da Agatha Christie.

A tal interesse s’accompagna quello per il periodo storico-politico in cui la vicenda poliziesca si svolge; così, nel successivo ‘La tragedia dei Trastulli’ è in primo piano il tentativo di colpo di Stato dell’anno 1964, nel successivo ‘Il metro dell’amore tossico’ appaiono la guerra del Vietnam, il primo sbarco sulla Luna, i primi problemi di droga, i sommovimenti sociali e gli attentati di fine anni ‘60 in Italia, nonché i tentativi di nuovi colpi di Stato da parte dell’estrema destra; ne ‘Vittorio il barbuto’, con un D’Aiazzo accusato d’omicidio e processato a New York, incontriamo le storture di un sistema giudiziario statunitense che, mentre continua a imperversare la guerra del Vietnam, si basa, più che sulla ricerca della giustizia, sulle lotte, nel desiderio di personale successo, dei legali dell’accusa e della difesa. Nelle successive opere ‘Il cane’ e, per certi aspetti, ‘12 febbraio’, incontriamo la tragedia pluridecennale del terrorismo, fra l’altro col rapimento e l’omicidio clamorosi del politico Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse, terrorismo i cui ultimi conati, con le Nuove Brigate Rosse, si ritrovano nel romanzo che conclude la serie, ‘Il terrore privato, il terrore politico’.                                          
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OPERE BASATE SULLE FIGURE DI VITTORIO D’AIAZZO E RANIERI VELLI (SECONDO L’ORDINE CRONOLOGICO DEGLI AVVENIMENTI)

- L’IRA DEI VILIPESI, romanzo: italiano – LA FURIA DE LOS INSULTADOS (traducción de Mariano Bas): español - THE WRATH OF THE REVILED Historical fiction (Translation from Italian to English by Barbara Maher): English - In questo primo romanzo non appare il personaggio di Ranieri Velli -

- IL MOSTRO A TRE BRACCIA e I SATANASSI DI TORINO, due racconti lunghi in unico volume: italiano – EL MONSTRUO DE TRES BRAZOS y LOS SATANISTAS DE TURÍN (traducción de Mariano Bas): español

- LA TRAGEDIA DEI TRASTULLI, romanzo: italiano - LA TRAGEDIA DE LOS TRASTULLI Novela (traducción de Mariano Bas): español

- IL METRO DELL'AMORE TOSSICO e IL FU D'AIAZZO, un romanzo e un racconto in unico volume: italiano – EL METRO DEL AMOR TÓXICO y EL DIFUNTO D’AIAZZO (traducción de Mariano Bas): español – O METRO DO AMOR TOSSICO e O DEFUNTO D’AIAZZO (traducción de Aderito Francisco Huo): portugués

- VITTORIO IL BARBUTO, romanzo breve: italiano – VITTORIO EL BARBUDO (traducción de Mariano Bas: español - VITTORIO O BARBUDO (traducción de Aderito Francisco Huo): portugués

- IL CANE, romanzo: italiano – EL PERRO, Novela (traducción de Mariano Bas): español

- 12 FEBBRAIO, romanzo: italiano

- IL TERRORE PRIVATO, IL TERRORE POLITICO, romanzo: italiano – EL TERROR PRIVADO Y EL TERROR POLÍTICO (traducción de Mariano Bas): español - PERSONAL TERROR, POLITICAL TERROR A novel (translation by Barbara Maher): English

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