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Recensione di Wilma Minotti Cerini su Literary al saggio di Guido Pagliarino

 "SINDÒN, LA MISTERIOSA SINDONE DI TORINO"

Lo scrittore Guido Pagliarino, con lo scrupolo e la sensibilità che gli deve essere riconosciuta, per la precisione dell'analisi dei pro e contro, questa volta si é cimentato in un condensato storico e critico con il suo saggio "Sindòn" sulla sempre discussa Sindone; ovvero il lenzuolo che avrebbe avvolto il corpo di Cristo dopo la deposizione dalla croce per essere deposto nella tomba che Giuseppe di Arimatea, (membro del Sinedrio, uomo buono e giusto e contrario alla decisione della crocifissione) mise a disposizione, e che potremmo definire se non un apostolo un seguace di Gesù Cristo.

A questo proposito cito l'inizio di questo lavoro affascinante. «....Se é pur vero che il Telo per antonomasia ha portato molte persone alla conversione o alla riconversione al Cristianesimo, per cui ben a ragione c'è chi ha parlato di "apostolato tramite la Sindone", questo saggio non ha il fine d'indurre a credere che lo stesso Lenzuolo abbia davvero avvolto il corpo di Cristo un paio di millenni fa o, come comunemente si dice, ch'esso sia autentico; d'altronde, autenticità può significare anche altro, un conto è ritenere che quello conservata a Torino sia la Sindone di Cristo, un conto è semplicemente ipotizzarne l'anzianità bimillenaria;»

Guido Pagliarino pur lasciando quindi ad ognuno il libero arbitrio di pensare a modo proprio, porta delle tesi storicamente provate risalenti al III e IV secolo d.c., tendenti verso l'ipotesi che il lenzuolo, o Sindòn che viene conservata a Torino, sia effettivamente quello che ha avvolto Gesù.

Ciò non toglie che lui cita anche le posizioni completamente differenti di alcuni scienziati sulle analisi di radiocarbonio 14 delle fibre ottenute da lembi esterni della Sindone di Torino e che daterebbe il tessuto a epoca medievale ed esattamente tra il 1300 e 1400 e quindi ad una contraffazione .che la porterebbe a ritenerla tutt'al più una immagine sacra al pari di un qualsiasi dipinto, ottenendo, non si sa in che modo, un falso negativo, in epoca nella quale la fotografia era qualcosa di sconosciuto.

Solo nel 1898 il volto sindonico si manifesta con la fotografia realizzata all'avvocato Secondo Pia a Torino, ed inizia un interesse collettivo verso questo Telo; interesse che ancor più si manifesta negli scienziati di gran parte del mondo avendo gli strumenti idonei per indagare ma che non risolvono comunque ancora l'interrogativo della misteriosa immagine in negativo di questo Telo così venerato.

Guido Pagliarino precisa subito una cosa molto importante «....In ogni caso, va ben sottolineato che la fede cristiana non si basa sulla Sindone di Torino ma, storicamente sulla testimonianza orale apostolica della risurrezione di Cristo raccolta entro il I secolo nei libri del Nuovo Testamento».

Parlando solo della parte negativa di alcuni scienziati, essi affermano come sia possibile riprodurre tale immagine su un telo con una statua in bronzo immersa in aloe ed altre essenze e irradiate anche se il tessuto all'analisi chimica risulta avere molte fibre carbonizzate, mentre nella Sindone originale il tessuto al di sotto non ha alcun segno di bruciatura malgrado i secoli trascorsi, le riparazioni e l'essere stata salvata da incendi.

Secondo tutti gli esperti che se ne sono occupati, la figura sulla Sindone non é prodotta con metodi conosciuti..

Vi è pure un conflitto di opinioni sulla la trama e l'ordito del lino ritenuto dai sindonologi tipici dell'epoca antica e non medioevale. Altra tesi negativa sono i residui sanguigni delle ferite che fanno risalire ad un gruppo sanguigno ben preciso: " AB" che per alcuni non risulterebbe esserci in quell'epoca o perlomeno non in Giudea. Gruppo sanguigno uguale rilevato su altre Sindoni o reliquie sacre esposte in molte parti dell'Europa

Altri scienziati e comitato di scienziati pro-Sindone di Torino hanno altrettanto analizzato con radiocarbonio 14 le fibre e trovato residui di pollini di piante effettivamente esistenti all'epoca di Gesù Cristo, e ritengono che il tessuto della trama e dell'ordito possa essere compatibile con la possibilità che Giuseppe di Arimatea, di condizione agiata, abbia fornito un tessuto in lino anziché di lana come era consuetudine per le persone meno abbienti.

Guido Pagliarino in un capitolo esprime il suo pensiero definendo che se la Sindone è un artefatto «Un eventuale falsario medievale sarebbe stato il più grande genio di tutti i tempi w un mostro criminale asssassino».

La Sindone di Torino appare per la prima volta nel 1353 presso Troyes nella regione delle famose cattedrali di Chartres e Reims. E in seguito nel 1516 a Chambery  Nel millennio precedente non si parla di alcun telo e neppure i vangeli sono d'accordo in quanto parlano di bende. Ma Guido Pagliarino riporta alcuni errori dalla versione greca che potrebbero invece significate " telo".

Certamente si parla di come i crociati abbiano trovato molti reperti legati alla vita di Gesù e di sua madre Maria come di S. Giuseppe dopo la conquista di Costantinopoli del 1204 dove nella Chiesa d'Oriente erano conservate molte icone e reliquie, ed anche il Telo che avvolse Gesù, la Sindon, portata in occidente come una reliquia e subito venerata, malgrado fosse avversata da alcuni Papi di allora non ritenendolo il vero lenzuolo di Cristo ma bensì solo un' immagine sacra della raffigurazione della passione di Cristo e in quel senso doveva venire venerata .

Il Telo di lino misura mt.4,41 di lunghezza e 1,13 di larghezza reca una doppia immagine, fronte e retro, di un cadavere nudo di altezza maggiore della norma delle persone di allora, con i tratti del volto più caratterizzati di quelli del corpo, con le mani incrociate sul pube ed i piedi sovrapposti. La presenza di segni di ferite perfettamente in accordo con il racconto evangelico della passione.

Quale può ritenersi la versione che non lascia dubbi? E se mai i dubbi persistessero potrà mai essere un telo o sudario che sia a far diminuire il valore universale del messaggio di Gesù Cristo?

lo dico di no, al massimo la Sindone se non fosse vera possiamo definirla come una immagine sacra alla memoria di una divinità fatta uomo che sacrificò) se stesso per la remissione del peccato del mondo e la riconciliazione tra cielo e terra. E se invece fosse la vera Sindone che accolse il corpo morto di Cristo e risuscitato dopo il terzo giorno ? Il dilemma persiste.

Quante raffigurazioni di Santi vi sono in ogni chiesa? Dei manufatti di raffigurazioni di Santi che vengono baciate dal bisogno che I'uomo ha di avere un rapporto diretto con qualcosa che lo sublimi verso il sacro. Rimane comunque un dubbio irrisolvibile che si può superare leggendo e praticando il Vangelo.

Il saggio di Guido Pagliarino ha il merito di riportare ogni possibile citazione storica antica e dentro il nostro mondo moderno in modo come sempre onesto e preciso, e di questo dobbiamo dargli atto della sua capacità e coraggio nell'affrontare un tema che in ogni caso è di buonissima e attenta lettura per tutti coloro che volessero approfondire questo argomento.

Wilma Minotti Cerini