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RECENSIONE DI PAOLA MASETTA, NELLA RIVISTA-LIBRO TALENTO NUMERO 1 / 2010, DEL LIBRO DI NARRATIVA DI GUIDO PAGLIARINO "IL MOSTRO A TRE BRACCIA E i SATANASSI DI TORINO", 0111 EDIZIONI, PRIMA EDIZIONE
Copertina del numero 1 del 2010 - Recensione alle pagine 68-70
GUIDO PAGLIARINO
"Il mostro a tre braccia"
"I satanassi a Torino "
Prima Edizione, 0111 Edizioni, 2009, € 11,30
Guido Pagliarino si è
laureato in Economia e Commercio e ha dimostrato da sempre un particolare interesse per la Storia delle Dottrine
Economiche e Sociali e per la Storia Economica e Sociale, si è occupato anche di Storia del Cristianesimo, ha
scritto libri di saggistica, narrativa e poesia ottenendo numerosi riconoscimenti nei concorsi letterari.
"Il mostro a tre braccia" e "I satanassi di Torino" sono due racconti o
romanzi brevi scritti dall'autore negli anni '90 e dati alla stampa solo nel
2009. Il libro partecipa all'iniziativa "Un aiuto a colpi di penna" lanciata
dall'Associazione Servizi Culturali, i fondi raccolti dalla vendita del libro
saranno devoluti a favore dell'Associazione
Dynamo
Camp Onlus (terapia ricreativa per bambini con
patologie gravi e croniche). I
due testi sono a carattere poliziesco e tra loro connessi perché basati sulle figure del
Commissario Vittorio D'Alazzo e del Vice Brigadiere Ranieri Velli ed en- trambi ambientati nella Torino a
cavallo tra gli anni '50 e '60. Con particolare attenzione è delineata la
psicologia dei personaggi e molto accurata è ]a descrizione degli ambienti di
una Torino molto lontana da quella attuale, in cui gli stranieri sono i
meridionali c non gli extracomunitari; le strade sono percorse da mezzi
pubblici, biciclette e persone a piedi e da poche automobili; la miseria,
1'ignoranza e gli strascichi politici postbellici sono ancora tangibili. In questa
atmosfera si trovano a dover agire i nostri due protagonisti, poliziotti o
come si diceva allora guardie del Corpo di Pubblica Sicurezza; anche la
Polizia all'epoca era diversa da quella odierna, non c'erano computer, telefonini o indagini tramite il DNA.
Nonostante questa "arretratezza" i racconti risultano brillanti, incalzanti,
dalla lettura fluida ed appassionante, ottimi concorrenti dei romanzi polizieschi della nostra era tecnologica.
"Il
mostro a tre braccia" è ambientato nella primavera del 1959. D'Aiazzo e
Velli sono appena arrivati a Torino a
seguito
di un trasferimento, voluto da entrambi: per Velli era un ritorno a casa, per D'Aiazzo un pretesto per
cambiare aria dopo la separazione dalla moglie. Il commissario è un quarantenne di origine napoletana,
bruno di capelli, piccolo di statura, muscoloso, cattolico praticante. Il vice brigadiere e un giovane di
ventisei anni, biondo, longilineo e repubblicano storico ateo. Sono un simpatico ed affiatato articolo "il",
uniti dalla passione per la poesia e dalla riconoscenza del commissario nei confronti di Velli che gli aveva
salvato la vita in un duello a fuoco. L'aggressione a Tarcisio Benvenuto titolare del negozio "Mostro le
Antichità" avviene al Balön, lo storico mercatino delle pulci di Torino.
L'aggressione si trasforma in omicidio, il povero Tarcisio aveva un carattere difficile a causa della sua
malformazione ma non era un uomo cattivo come lo volevano far sembrare, era un pregevole poeta e proprio
una poesia fornisce la chiave per far risolvere ai due poliziotti, anch'essi
poeti, questo giallo.
Ne
"I satanassi di Torino" siamo nel giugno del 1961, il racconto
comincia con il ritrovamento del corpo senza vita del commendator Paolo Verdi steso su un marciapiedi in una
zona centrale di Torino. Da qui inizia il feedback in cui si delinea la
storia del commendatore e dei suoi due figli omonimi (Carlo Verdi), uno legittimo e riconosciuto ed uno no;
le
vicende della sua piccola azienda; la
sua instabilità psichica che lo porta pure in manicomio; in un concatenarsi continuo di avvenimenti e
scoperte di sapore pirandelliano. Non mancano i colpi di scena, la delinquenza di strada. le mezze
verità ed un sapore torbido e perverso che colorisce con tinte forti il romanzo, fino a sfociare negli
ambienti satanici (da qui i "satanassi"), dove vengono sciolti molti nodi
poco chiari inizialmente. Tutto viene chiarito, mettendo nel conto anche un suicidio, ma alla fine chi
ha ucciso il commendator Verdi?
Due romanzi
brevi che si leggono piacevolmente tutti d'un fiato e che ci riportano ad una Torino un po'
nostalgica che sa di antico.
Paola Masetta