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ARTICOLO DI MARIA TERESA MASSAVELLI NELLA RIVISTA "TALENTO" N. 66 (2 / 2004) LORENZO EDITORE SUL SAGGIO "GESÚ, NATO NEL 6 A.C. CROCIFISSO NEL 30" DI GUIDO PAGLIARINO, PROSPETTIVA EDITRICE


QUANDO È NATO GESÙ CRISTO?

Maria Teresa Massavelli

Il saggio cristologico di Guido Pagliarino prospetta e interpreta alcuni punti-chiave della realtà del Cristo nonché rilevanti aggiornamenti su problematiche storiche e dottrinali connesse. Gli aspetti preminenti sono, sotto il profilo teologico, la funzione di Gesù quale rivelatore del Padre, .sotto i1 profilo etico, l'insegnamento di amore anche verso i nemici. L'Autore per questo secondo punto, cita le parole di Gesù, ormai vicinissimo alla crocifissione "amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono e pregate per coloro che vi maltrattano "(da Luca 6, 27-28, anche in Matteo 5, 43-47 e Giovanni 15,13). Stabilito il punto-chiave dell'insegnamento di Cristo, 1'Autore sottolinea il fondamento del cristianesimo: la "Resurrezione"; afferma, peraltro: "il cristianesimo si fonda sul Cristo che, risorgendo, dà la garanzia di essere Dio e che tutto quanto ha detto e fatto viene da Dio." Sulla complessa problematica sollevata intorno alla Risurrezione,1'Autore richiama san Paolo, la Ia lettera ai Corinzi: 15, 39-49, che facendo parte del N. T. è Parola di Dio: "il nostro corpo risorgerà in altra forma, in forma gloriosa, spirituale… Poiché dotato di ragione-io, si trasformerà in corpo glorioso, pneumatico eterno." Pagliarino cita ancora l'allegoria premessa da Paolo del chicco che marcisce e genera la spiga: nessun chicco della spiga è il chicco macerato, ma la spiga cresce dalla macerazione del chicco. Circa la modalità della trascendenza della materia 1'Autore cita la Ia lettera di Giovanni, 3,2: "fin da ora siamo figli di Dio, ma non  è stato ancora rivelato quel che saremo. Sappiamo che, quando Egli si sarà manifestato saremo simili a Lui. poiché lo vedremo come Egli è." Stabiliti  e documentati questi principi fondamentali 1'Autore passa ad

 

 

altro genere di questioni; con un procedimento apparentemente a ritroso, Pagliarino si sofferma sulla datazione della nascita di Gesù. Di importanza storica fondamentale, per ragioni documentarie, la nascita va spostata ad alcuni anni indietro rispetto a quella comunemente indicata quale I anno d.C. Giuseppe Flavio ci documenta che il re Erode il grande muore nel 4 a.C.: è pertanto vivo alla nascita di Gesù. La data di partenza, per i! nuovo computo dell'anno di nascita ci è suffragata dal secondo censimento voluto da Augusto: l’8 a.C., 1'occasione che avviò Maria e Giuseppe verso Betlemme. L'Autore sottolinea che gli spostamenti di queste popolazioni orientali non erano immediati e ritiene di collocare tra il 7 e il 5 il tempo dell'avvenimento. Vien lasciato oltre un anno disponibile per il viaggio, la nascita, la conoscenza della medesima da parte dei Re Magi e la loro visita, la strage degli innocenti. Resta, così, un anno circa per la morte di Erode. Stabilita, per l'anno di nascita, la datazione 7-5, Pagliarino sceglie il 6, confortato da notizie di Keplero che riferiscono di una congiunzione Giove a Saturno nell'anno 7, fenomeno che dà luogo alla comparsa di una "stella" molto brillante. I1 fenomeno viene confermato nel 1925 dal ritrovamento, da parte del tedesco P. Schnadel, di annotazioni analoghe su tavolette neobabilonesi in scrittura cuneiforme; la congiunzione sarebbe avvenuta, secondo calcoli moderni   tre  volte nell'anno 7:   a Marzo, Ottobre, Dicembre. L'Autore riferisce la congiunzione all'atto del concepimento;  la nascita sarebbe avvenuta, quindi, nel 6, a Giugno o ad Agosto, calcolati i nove mesi    di gestazione,

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% escludendo Dicembre, perché il freddo invernale, nelle zone di Betlemme, non consentirebbe ai pastori di tenere le greggi all'aperto. Quanto al 25 Dicembre si sa, del resto, che fu stabilito dai Romani in coincidenza con il "Dies Natalis Invicti: il giorno natale dell'Invitto" e, cioè del sole, che quattro giorni dopo il solstizio d'inverno, ricomincia a protrarre la luce del giorno. Conseguenza della scelta del 6, quale anno di nascita, è anche la variazione della durata della vita umana del Cristo. Una pia tradizione ci riferisce che Gesù viene crocifisso a trentatré anni. Tenendo conto di quanto detto, la crocifissione sarebbe avvenuta tra i trentotto e i quaranta anni. Successivamente l'Autore confuta gli argomenti avanzati dai detrattori del cristianesimo: contro le obiezioni sulla storicità, vengono esaminati, innanzi tutto, gli elementi probanti la storicità di Gesù: la nascita in epo- ca ben circonstanziata, il carattere, lo stile della predicazione considerata  "elemento centrale". Essa viene svolta, infatti, nella forma più consueta e congeniale alla mentalità ebraica del tempo: l'uso delle parabole, secondo la "mentalità simbolica" del popolo d'Israele, i molti riferimenti alla vita agricola con la nomenclatura tipica del luogo e del tempo, il richiamo alle figure chiave della società israelita di allora: sadducei, farisei, zeloti, pubblicani ecc.. Un elemento storico, infine, sigla la serie di prove sulla storicità: l'attestazione di Giuseppe Flavio della avvenuta crocifissione sotto Pilato. L'Autore prende, poi, criticamente in esame altre obiezioni avanzate sul complesso della   cristologia da diverse scuole di  pensiero: la razionalista, la scuola mitica, la storia comparata delle religioni, la scuola della università ebraica di Gerusalemme. Dopo di aver ulteriormente riferito, per dovere di completezza, ipotesi, prive, di per sé, di alcun supporto: allucinazioni degli apostoli, scambio di tomba, confusione con un sosia o con un gemello (mai, peraltro, vien detto nei vangeli, che Tommaso Didimo fosse gemello

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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di Gesù) l'Autore si avvia alla  conclusione liberando il terreno anche da configurazioni personalistiche del Cristo, proprie del nostro tempo, che ne conciliano la figura con le teorie antiche e moderne della reincarnazione o con libere interpretazioni della sua vera essenza, pervenendo, infine, alla conclusione dell'opera con il riconoscimento del "Cristo quale unico rivelatore di Dio". Questa tesi si riallaccia alle premesse e costituisce il nucleo teoretico del Trattato del Pagliarino: "Tutto mi è stato dato dal Padre mio: nessuno conosce il figlio se non il padre e nessuno conosce il padre se non il figlio o colui a! quale lo voglia rivelare" (Mt. 11,27 e Lc 10, 22). Opera densa di analisi critica, sostenuta da attenta documentazione e da accorto vaglio delle fonti, elementi che attestano la lunga e affezionata dedizione dell'Autore alla sua opera. Il denso apparato storico analitico lascia intuire un futuro percorso verso la composizione di un'opera completa sulla realtà del Cristo soprattutto nelle manifestazioni della duplice natura divina e umana, durante le varie tappe della sua vita terrena.

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Guido Pagliarino
"Gesù" Prospettiva Ed. - 8,00

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Gesú, nato nel 6 'a.C.', crocifisso nel 30 (leggi gli altri articoli, recensioni e pareri)