A
distanza di un anno dal racconto lungo
Vittorio il
barbuto dello stesso autore, del noto scrittore torinese
Guido
Pagliarino, esce, pubblicato anch'esso da GDS Edizioni, il romanzo
Il
terrore privato, il terrore politico. Medesimi sono i l protagonista,
il vice questore Vittorio D'Aiazzo, e i l comprimario, lo scrittore e
giornalista Ranieri Velli. Nella sua recensione,
Elettra Bianchi osserva
che nel romanzo "trovano posto il satanismo, il pensiero debole, la
delinquenza giovanile con fondamento ideologico, lo sbandamento politico
incapace di porre un freno immediato alla violenza estremista [...]
uccidere i l cervello, privare la Persona della sua unica facoltà che la
distingue dal mondo animale, eliminare in essa quell'essenziale funzione
capace di comprendere la realtà e di esaminare sé stessa,
possibilitata
a creare idee, immagini, mondi fatti di spirito e di materia, non è forse
spegnere quel miracolo che nella Genesi si dice
f a t t o a
i
m m a g i n e e
s o m i g l i a n z a
d
i
D i o?" In
una lettera di corrispondenza privata, indirizzata allo scrittore
torinese, i l critico
Giorgio Bárberi Squarotti
dichiara "ho letto di un fiato il suo
romanzo poliziesco con molto divertimento per la sapienza dell'intreccio e
del linguaggio e per la risentita lucidità delle idee che lo
sostengono". Daniela Monreale
osserva: "Con la consueta
padronanza di costruzione del plot narrativo, Pagliarino tesse una storia
densa di ramificazioni e di robuste ambientazioni di cronaca, servendosi
inoltre del doppio registro narrativo del racconto primario e del
documento giornalistico, in un interessante contrappunto di stili e di
prospettive".
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