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Guido Pagliarino
IL TERRORE PRIVATO
IL TERRORE POLITICO
Romanzo
(Finalista al Premio internazionale Marguerite Yourcenar 2013)
Distribuzione Amazon e Tektime, Copyright Guido Pagliarino - Tutti i diritti appartengono all'autore
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Quarta e Prima copertina dell'Edizione cartacea conforme alla seconda, Distribuzione Tektime ISBN 9788873043201I libri di Guido Pagliarino nelle librerie UB!K Vedi l'ubicazione delle librerie UB!K
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Quarta e Prima di copertina della Seconda edizione cartacea riveduta e variata dall'autore, Distribuzione Amazon ISBN 9781534847156
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Prima di copertina della Prima edizione cartacea, Editrice GDS (fuori catalogo) (I diritti sono tornati all'autore)
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Terza edizione in e-book, Tektime, conforme alla Seconda |
Seconda edizione in e-book riveduta e variata dall'autore
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PRESENTAZIONE TOP
Romanzo poliziesco con risvolti storico-politico-sociali, facente parte della serie che l'autore iniziò a scrivere nel 1991 imperniata sugli investigatori Vittorio D’Aiazzo e Ranieri Velli, quanto alla cronologia delle vicende, penultimo in ordine di stesura. Ritroviamo l'ormai questore emerito Vittorio D'Aiazzo e il suo amico, Ranieri Velli, giornalista più giovane di lui ed ex poliziotto suo dipendente nonché, adesso, "spalla" investigativa - e voce narrante -. Siamo nel fatidico anno 2000, i due sono coinvolti in uno spinoso caso di delitti a catena, opera di un serial killer che ama infilzare l'orecchio delle sue vittime con un acuminato punteruolo, con esito letale. I mezzi di comunicazione chiamano l’assassino, senza molta fantasia e un po’ grottescamente, il mostro dell’orecchio. Il vecchio poliziotto, affiancatosi al giovane sostituto commissario Sordi suo ex dipendente, investiga in funzione di consulente della Questura torinese. Per la prima vittima i sospetti cadono, come sovente accade non senza un pizzico di razzismo, sulla sua cameriera immigrata poichè risultano mancanti i gioielli dell’uccisa. Poi la serie di successivi omicidi la scagiona. Gli orridi delitti si presentano sì come l'opera nichilista d'un sadico assassino seriale o come un insieme di sacrifici al diavolo d'una delle sette sulfuree della Torino macabro-stregata, ma potrebbero avere, anche o soltanto, cause legate a quel terrorismo che aveva imperversato in Italia fino a una ventina d'anni prima e si strascina ancora a fine millennio. Le vittime sono di condizione sociale differente, prevalentemente donne, la prima è la moglie d’un medico, le altre una vedova pensionata, la moglie d’un bancario, un vecchio barbone etilista, una commessa nubile, un ex brigatista rosso, mentre un’altra possibile vittima del mostro è un travestito prostituto, prima sodomizzato e poi ucciso, sempre perforando il cervello attraverso l’orecchio ma, stavolta, con un cacciavite. D’Aiazzo scopre un legame fra una parte delle vittime: erano state operaie o magazziniere in giovane età presso la stessa ditta artigianale, negli anni ‘70, gli anni di piombo, e tutte erano state violente contestatrici del padronato, tanto che la ditta artigianale in cui lavoravano aveva dovuto chiudere a causa loro, e il proprietario se ne era ammalato inguaribilmente di nervi – da allora ha momenti di ottenebramento e non ricorda cosa abbia fatto nel durante – e vive in povertà assistito dalla sua parrocchia. Una vendetta tardiva di questo ex proprietario contro i suoi magazzinieri e operai? Ma come c’entrerebbe il travestito prostituto? Oltre all’ex imprenditore anche un altro suo dipendente era stato vittima di quei lavoratori violenti, un orfano d’idee centriste demoliberali che tutti gli altri, vessandolo continuamente proprio per ragioni politiche, avevano un giorno picchiato e denudato completamente sulla strada, innanzi a tutti i passanti, scoprendolo così ermafrodita e deridendolo oscenamente. Il poveretto, lasciato il lavoro, aveva voluto in conseguenza contribuire, di supporto alla DIGOS, alla cattura di alcuni membri delle Brigate Rosse, infiltrandosi fra loro, tra i quali militava uno dei suoi ex colleghi persecutori; poi il collaboratore della legge aveva cambiato identità, per prudente ordine della magistratura, identità che restava ignota così come la località in cui s'era trasferito. La squadra antisette della Polizia sospetta, per altro verso, che i delitti del mostro possano essere opere rituali di una delle chiesucole o di uno dei gruppetti demoniaci della satanica Torino, forse tra quelli di giovani “fai da te” influenzati da certi siti internet diabolici che già imperversano nell’anno 2000, “cani sciolti” assai pericolosi. Un tenente dei carabinieri, indagando parallelamente alla Polizia, riesce a scoprire e fermare, quali sodomizzatori e uccisori del travestito, proprio un gruppetto di giovanissimi della cintura torinese dediti a giochi elettronici violentissimi e parasatanici: essi sono giunti a confondere gioco e realtà e sono proprio loro il mostro dell’orecchio? Pure un sacerdote, nel frattempo, il parroco della chiesa che assiste il povero ex proprietario dell’azienda chiusa, viene sospettato d’essere il mostro, da una giornalista investigativa collega di Ranieri Velli esperta di satanismo, e d’essere demonista appartenente, a differenza del gruppetto di giovani sanguinari, alla “chiesa” satanica più importante di Torino. La giornalista investigativa viene assalita poco dopo alle spalle, senza potere ravvisarlo, dal mostro nel locale delle autorimesse sotterranee della propria abitazione, mentre sta recandosi al giornale, è ferita ma non molto gravemente grazie al sopraggiungere imprevisto d’un altro condòmino: come detterà al suo giornale dall’ospedale dov’è ricoverata, sentendo arrivare l’uomo, l’aggressore s’era immediatamente eclissato. L'indagine della Polizia e del D’Aiazzo suo consulente aiutato dal Velli continua a snodarsi fra inquietanti sospetti, crisi di identità, annotazioni psicologiche, e raggiunge il suo culmine risolutivo nella spiazzante scoperta finale, che ha come appendice la morte del medesimo ex vice questore quale conseguenza stessa del suo svelamento del colpevole. TOP